Ne parlavo giusto con Te



Ti è mai capitato di fantasticare sulla persona che ti passa avanti di corsa, dimenandosi con mille borse, o sul vecchietto che con lo sguardo perso nel vuoto sembra proiettare le immagini della sua giovinezza dai suoi occhi? Io l'ho fatto e lo faccio ancora. E quando nel farlo ascolto una canzone il viaggio continua e prende vita.



domenica 9 novembre 2014

> Inizia a fare i numeri, per poter contare davvero qualcosa






C'è chi scarica la propria rabbia sul sacco e non smette finché non sente più le mani, e chi va a correre e invece di lottare per un obiettivo va contro se stesso in una sfida fino allo stremo delle  proprie forze; chi incanala i suoi nervosismi sui cuscini e chi si sfoga con il primo passante per strada; chi mangia senza freni e chi come molti, non sapendo davvero dove sbattere la testa, si appella allo scorrere del tempo, unico e fedele galantuomo.
Un po' come l'energia, Lei, la rabbia, non si distrugge, ma evolve in mille sensazioni, dopo che mille altre l'hanno provocata: è un fattore comune, uno step che attraversiamo tutti.
É come una mano che si trova dentro al nostro corpo. 
Inizialmente ne tiene le redini e ci conduce senza farci ragionare, poi col passare del tempo allenta la presa, permettendoci altri sbocchi di pura felicità.
Il nervosismo sale, lo stomaco si torce, le palle girano e la testa fugge, eppure nonostante queste acrobazie, la sensazione di risultare bloccati in quei momenti é la più comune: una netta opposizione che sottolinea quanta confusione si vive in quel momento.
Si riparte da se stessi, col supporto di due, tre amici, ma soprattutto da se stessi, mettendo un piede avanti l'altro e le braccia ben stese per riprendere bene l'equilibrio.
Così passo dopo passo facendo attenzione a non ricadere andrà sempre meglio, fino a quando accetterai l'incontro di qualcuno che ti cinge i fianchi e che con la sua dolcezza rafforzerà la tua stabilità facendoti mettere da parte la tua abilità da circense.
La sensazione di vuoto iniziale viene ricolmata così di stimoli quanto di farfalle, che nello stomaco si sa, devono essere sempre delle colorate protagoniste libere di volare.




E.R.


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