Ne parlavo giusto con Te



Ti è mai capitato di fantasticare sulla persona che ti passa avanti di corsa, dimenandosi con mille borse, o sul vecchietto che con lo sguardo perso nel vuoto sembra proiettare le immagini della sua giovinezza dai suoi occhi? Io l'ho fatto e lo faccio ancora. E quando nel farlo ascolto una canzone il viaggio continua e prende vita.



domenica 5 ottobre 2014

> Prova a scrivere Quore, e non passerà mai inosservato


Se Margareth aveva il cuore scalzo, allora le altre persone che cuore avevano? 
Mi guardai intorno e iniziai a prendere appunti, sul mio solito rovinatissimo taccuino, cercando di riordinare idee più confuse di me.
Nelle prime pagine era annotata Teresa, la donna col cuore-Moka.
Questo si differenziava dagli altri organi pulsanti per le sue molteplici evoluzioni nel tempo.
Viveva una fase iniziale, di preparazione, bisognosa di mille attenzioni.
Il cuore-Moka necessitava di essere riempito da una giusta miscela della quale non si doveva mai esagerare nelle quantità e per la quale bisognava abbondare con l'ispirazione.
Poi, dopo che per molto tempo non sembrava esserci stata reazione, vi seguiva un periodo in cui suono e odore attiravano la tua attenzione in maniera incontraddistinta fino ad entrarti dentro, riscaldandoti e iniziandoti a dare vera e propria dipendenza appropriandosi di ognuno dei tuoi sensi.
Angelica possedeva invece il tipico cuore-Cornetto Algida che, proprio come il più famoso tipo di gelato, non era composto dai migliori ingredienti nè possedeva un gusto unico nel suo genere.
Questo però era in grado di regalare pura assuefazione, donando sempre lo stimolo di mangiarne un po' e la gola di non fermarsi mai al primo cono.
Il parallelismo da frigo continuava poi fino ad arrivare all'ultimo morso, quella "punta di cioccolato" che delizia il palato e ti regala le chiavi di quel suo mondo. 
Ricordo Alessia, che non aveva un cuore, ma un Timer capace di pulsare e sprigionare sentimenti dosandoli ai limiti della paranoia.
Mi amava come nessun altro aveva fatto in quei momenti, ma suonata quella sveglietta dal suono antipatico e freddo, si alzava, riallacciava fino all'ultimo i bottoni di quella sua camicia celeste, che tanto avevo decantato, ed esclamava andandosene:
"Arrivederci e grazie. Si ricordi di tornare a trovarci o, anzi.. Meglio che non lo faccia almeno per un po'!"

Verso la fine delle mie note c'era poi Lei.
Non ricordarsene il nome è in effetti davvero imperdonabile, ma questa dimenticanza era tuttavia colmata da una costante presenza dentro di me: il suo cuore-Finestra.
Questo esemplare, in base alla stagione dell'amore che stava vivendo, aveva la capacità di adattarsi in maniera camaleontica a ciò che lo circondava.
Se immerso nell'inverno, si chiudeva senza far passare uno spiffero di sentimento, e se invece l'atmosfera iniziava a scaldarsi, diventava trasparente permettendo di vedervi attraverso e di godere a pieno di tutto ciò che solo lui poteva mostrare. 
Chi poi non ha conosciuto una persona dal cuore-alcolico come Fra. 
Questo invece di pulsare solamente, tendeva davvero a bere di tutto.
Shots, lacrime e sentimenti lo affogavano mentre lui rimaneva lì, insaziabile, continuando a gonfiarsi e a passare domeniche mattine malinconiche in cui l'unica cosa che riusciva a bere era la bottiglia di vetro che veniva riempita d'acqua e riposta in frigo dalla madre.
- "È pesante portare una cassa d'acqua dal supermercato a casa, devi accontentarti della bottiglia nello sportello del frigo" - Le diceva proprio il genitore, ignorando il fatto che quel suo cuore stava iniziando a pesare più delle sei bottiglie di oligominerale che avrebbe dovuto acquistare. 

Non sarà mai possibile eleggere il cuore migliore, ognuno ha il suo vincitore in base alle proprie ambizioni e non è detto che rimanga quello per sempre.   
Hai mai provato ad avvicinarti così tanto da addormentartici sopra ed avere solo quel battito in testa? A me non é mai dispiaciuto e non riesco ad esserne mai sazio.







E.R.






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